Mamma e Lorenzo, 11 mesi, in mei tai |
Quello che state per leggere è un post-riflessione sulla "semplicità" del portare: spesso si sente dire che usare la fascia con i propri piccoli è un comportamento quasi "naturale", "istintivo", un po' come l'allattamento al seno... Ma sarà veramente così?? Davvero portare i bambini è qualcosa di così facile nella sua presunta naturalezza? E questo varrà anche per l'allattamento? Come mai allora dalle nostre parti abbiamo tante difficoltà nell'avviare e proseguire quest ultimo, e perchè tante mamme (purtroppo!) abbandonano la fascia dopo pochissimo tempo, o addirittura non la prendono proprio in considerazione?
In rete ho trovato un articolo quasi illuminante a riguardo (che potete leggere qui: porteo: dificil?), peccato fosse in spagnolo, lingua che comprendo ad intuito (diciamo così ;-)... Fortunatamente una cara amica di fascia si è offerta nel tradurmelo, grazie a lei e al suo accurato lavoro ho finalmente capito e fatte mie frasi e concetti che non avrei mai potuto cogliere del tutto leggendo solo l'originale. Lei, la mia amica, si chiama Marta Zottino, è una giovane e dolcissima mamma veneta traduttrice freelance che traduce oltre che dallo spagnolo anche dal portoghese e dall'inglese; mamma di Mattia da un anno, sogna di diventare mediatrice linguistica e culturale (qui il suo profilo su Linkedin).
Di seguito l'articolo tradotto... Buona lettura, e ancora grazie a Marta!
"È da tempo che ci penso: ci sono moltissime cose che percepiamo come
naturali e ci sembrano facili a prima vista, e poi, quando vengono messe in
pratica, nascono i problemi. Ma come? Non era facile?
Giorni fa
sono stata ad un incontro sull' allattamento organizzato da "Las
Casildas", con Laura Krochik come ospite. È stato tutto molto interessante
e molte delle cose dette mi sono rimaste in mente. Una mamma diceva di non aver
mai pensato prima che l' allattamento potesse avere delle difficoltà, poiché
allattare é una cosa "naturale". La puericultrice Valeria Wasinger ha
risposto che sí, è cosí, ma che molte volte pensiamo all' allattamento solo
nella sua dimensione biologica, quando in realtà allattare ha anche una
dimensione culturale.
Ci ho pensato su, non so se è questo ciò che Valeria
Wasinger voleva dire o se sono mie congetture, ma allattare è naturale quando
lasciamo fare tutto alla natura; quando si mescola la cultura ad un fatto
naturale, questo si modifica o viene in qualche modo "manipolato", e
l' aspetto culturale sarà sempre presente perché l'uomo è un prodotto della
cultura, perché siamo donne attraversate dalla cultura.
Molti dei
concetti relazionati al portare li ho comparati all' allattamento. Penso che in
questo confronto il portare perda un poco perché, anche se abbiamo ancora molto
da imparare riguardo all' allattamento materno, allattare è qualche cosa di
socialmente accettato e stabile. Portare, no. Isabel Fernández de Castillo, nel
suo libro "La revolución del nacimiento", sostiene che noi impariamo
ad allattare venendo allattate, e cioè che le donne sanno allattare perché a
loro volta sono state allattate. Questo non significa che la donna che da
piccola non sia stata allattata non potrà allattare ma, da come la vedo io, se
siamo state allattate abbiamo più probabilità di vivere un allattamento senza
problemi.
Credo che sia la stessa cosa con il portare. Di solito si pensa che
portare sia facile perché è una cosa naturale ed è cosí che dev' essere, a
tutti i bimbi piace stare in braccio. Non è forse la natura che detta la
necessità del contatto corporeo tra mamma e bebè? Questi sono gli aspetti
biologici di cui parlava Valeria Wasinger in relazione all' allattamento, ma
anche il portare è un fatto contaminato dalla cultura. Siamo stati
"portati"? Ci hanno lasciato diverse ore nella nostra culletta o nel
passeggino? Siamo stati in braccio? Vediamo
spesso bebè che vengono portati? Immagino che domande del genere non passino
nemmeno per la mente delle donne andine, indossano il loro "aguayo" e
basta, sanno già tutto, non si fanno né gli vengono fatte domande, invece noi,
donne di città, lontane dalla natura da tempo remoto, dobbiamo fare molta
strada.
Portare è
naturale, ma non sempre è facile. O non è facile cominciare. Come ho già detto
in altre occasioni, per prima cosa bisogna trovare il giusto portabebè. Di
solito si pensa che qualsiasi pezzo di stoffa vada bene. Sí, è così. È cosí se
tu sei convinta che quel pezzo di stoffa andrà bene, o se nell' ambiente in cui
vivi c' è chi porta con quel pezzo di stoffa. Una donna africana non penserà
mai che il suo pezzo di stoffa, il suo bambarà, non va bene, perché per lei e
per il suo modo di portare il bambarà è utile e funzionale, fa parte della sua
cultura. Una donna andina non penserà mai che quell' aguayo che ha usato da
sempre è scomodo, perché per le sue esigenze non lo è, ma se noi invece
iniziamo a portare con un aguayo... beh, potremmo avere fortuna come no. Anche
perchè l' aguayo è un portabebè disegnato per una situazione ben determinata,
per portare spesso sulla schiena e in posizione culla, per un clima ben
determinato (immaginiamoci portare con il caldo di Buenos Aires in un portabebè
in lana o materiale sintetico).
Per questo per me la prima cosa da fare è
trovare il giusto portabebè, che sia un bambarà, un aguayo, un pezzo di stoffa,
una fascia o un mei tai. Poi bisogna fare pratica, finché mamma e bimbo si
sentano comodi. Il far pratica non è una questione di uno o due giorni, ma un
qualcosa di dinamico perché, come direbbe la mia amica Inma, portare è un
processo evolutivo e quello che oggi va bene domani potrebbe non essere più l'
ideale. Lo stesso dicasi per l' allattamento: se siamo a letto, possiamo
allattare distese o in posizione "rugby", cosa che non possiamo fare
in mezzo alla gente o al consultorio.
Mentre fate pratica, il tuo piccolo potrebbe piangere molto, o
contorcersi e renderti la cosa complicata, basicamente perchè stai cercando il
modo migliore di portare, ti stai esercitando, e anche per questo è importante
esercitarti prima senza il bebè, anche se non è fondamentale (lo consiglio ma
non ho fatto cosí nemmeno io). E qui cominceranno i commenti che, siccome sei
una mamma che osserva suo figlio e ci tiene, non ti lasceranno indifferente. E
la gente, in buona o mala fede, ti dirà "Il bambino non sta comodo
cosí", "Lo stringi troppo", "Cosí non respira",
"Non gli piace la fascia", "Sei tu che ti ostini, è molto piú
comodo in passeggino", e migliaia di altre cose del genere. Poco fa per
strada mi hanno urlato che lo stavo asfissiando, e mi è venuto il dubbio. Lo
stavo portando sulla schiena, dormiva, e mi sono fermata alla prima vetrina per
vedere come stava. Non ho pensato che mio figlio, di due anni, abituato ad
essere portato, se fosse rimasto senza ossigeno mentre dormiva me lo avrebbe
comunicato in qualche modo, né ho pensato che il tessuto è fino e permette la
respirazione (chiarisco comunque che bisogna sempre mantenere le vie
respiratorie del piccolo libere). Ho dubitato di me stessa.
Tutti questi commenti, questa cultura che ci attraversa, è ciò
che fa sí che portare sia un' arte difficile. È impossibile? No. Solo che devi
essere preparata spiritualmente a superare gli ostacoli. Essere paziente quando
tuo figlio si lamenta o non si sente a suo agio. Darti la possibilità di
prenderla con calma e pazienza. Cercare di correggere la postura, per ottenere
la posizione più ergonomica possibile, per te e per il tuo piccolo. Provare
altri portabebè se pensi che potrebbero essere più comodi, perché portare in sè
non è scomodo. È ovvio che utilizzare un portabebè suppone comunque che stai
portando un peso extra, ma con il portabebè adeguato e una buona postura di
mamma e bebè portare non è scomodo. Devi esser cosciente del fatto che
lasciarlo nel suo lettino o nel passeggino non fa male e non è un peccato
capitale, perché il passeggino è solo un altro portabebè. Sapere se è questo
ciò di cui ha bisogno il tuo bimbo in quel momento o se ha bisogno di altro. Cosí
come con la tetta.... Quante volte attacchiamo il bebè al seno senza che ce lo
chieda? Molte volte è il modo piú veloce di superare il momento critico, ma può
anche essere che il quel momento il bimbo aveva bisogno di qualcos'altro...
Portare
è la stessa cosa. Essere capaci di osservare. E sí, pensare che è naturale che
tu e il tuo bimbo stiate bene vicini, e che se questo non avviene non é un
fallimento, ci sono solo delle piccole cose da sistemare. Proprio come avviene
con l' allattamento"
Portare è stare bene insieme! |
Grazie a te per aver condiviso quest'articolo e a Marta per la traduzione: davvero interessante!
RispondiEliminaMolto ben scritto!
RispondiEliminaMi sono ritrovata molto nella frase:
"Solo che devi essere preparata spiritualmente a superare gli ostacoli."
e credo che devi essere anche un po' aperta mentalmente per il nuovo (dico così perché nella mia esperienza di portare tutto è iniziato all'improvviso, senza avere mai sentito prima di questa pratica di alto contatto).
ciao!
Ciao, direi che questo articolo centra molto bene il punto. Credo che un ragionamento simile si potrebbe fare anche per il sonno: tanti problemi sono dovuti alle aspettative culturali.
RispondiEliminaPerò sul portare secondo me c'è un'osservazione più terra terra da fare: le donne del resto del mondo probabilmente sono più abituate a portare pesi e camminare, una che ha passato gli ultimi 10 anni della sua vita seduta davanti al pc può avere delle difficoltà oggettive a portare. Detto questo è un'altro motivo in più per fare una vita più sana...
Condivido tutto:sia sull'allattamento che sul portare!allatto e non potrei immaginare di non farlo anche se l' avvio è stato difficile (dopo un cesareo d'urgenza,ragadi, mastiti e ingorghi)è una gioia incommensurabile!!porto il Piccoletto da prima dei 2 mesi (oggi ne ha 8 e mezzo) e ho dovuto faticare per accettare e far accettare alla gente di essere una mamma"diversa": le altre mamme con il passeggino vestite da strafighe, io in tuta pronta per grandi scalate...io, detto tra noi, un po'mi sentivo più strafiga di loro!!l' orgoglio di avercela fatta, di avere questo doppio legame con mio figlio (moltissime non allattano) e la naturalezza di poter uscire con qualunque clima e condizione atmosferica, di poter andare ovunque (abito in montagna) scale comprese e, non nego che mio figlio è molto molto più avanti dei suoi coetanei (già da un po' si mette in piedi da solo)e, secondo me, è merito delle continue oscillazioni che ha avuto in fascia che hanno sviluppato sia il senso di equilibrio che il sistema muscolare!
RispondiEliminaPeccato non mi credano mai quando racconto queste cose...peccato per Lori :-P
Cris
D'accordissimo! Tra l'altro quando parliamo di portare difficile o complicato, il punto è che ormai montare/smontare carrozzine e passeggini, cercare di infilarli in ascensori troppo stretti, nei portabagagli auto, scontrarsi 1000 volte con le barriere architettoniche, incasinarsi con parapioggia e ombrellini, impazzire dietro al libretto di istruzioni... tutto questo è dato x scontato. Conosco moltissime persone che si sono sempre lamentate di aver fatto un pessimo acquisto con il passeggino o carrozzina, ma certo non mettono in dubbio *tutti* i pesseggini, come accade per i supporti del portare... come anche chi ha passeggini scomodissimi da aprire e chiudere (col cavolo con una mano sola!) eppure continuano a usarli anche solo per andare a prendere due panini al negozio all'angolo.
RispondiEliminaTutto ciò xchè nella nostro cultura del benessere è ormai diventato "normale" usare questi strumenti, e non si fa neanche un pò di analisi critica: mi serve davvero? quando mi serve? oggi posso farne a meno? che caratteristiche deve veramente avere? Ecc ecc...
Così ora dobbiamo cambiare la cultura...
p.s. un inciso sull'allattamento visto che è il mio mestiere :). Allattare non è difficile per una mamma perchè personalmente non è stata allattata. Lo è xchè una intera generazione non è stata allattata e non è più stato "normale" e quotidiano. Nel gergo di chi lavora nell'allattamento si dice che "allattare è istintivo per il neonato (se non c'è stata medicalizzazione tra l'altro, ma è un altro discorso lungo che non ci azzecca qui), ma è appreso per la madre". Cioè avremmo dovuto imparare come si fa semplicemente osservando donne allattare fin da quando eravamo bambinette, tutti i giorni, per anni, quotidianamente. Così come per il portare per la donna peruviana, che sa come si fa perchè le donne del suo paese tutte portano, e magari lei stessa ha portato i suoi fratelli.