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mercoledì 13 maggio 2020

Il vero valore: la metafora dell'anello

Ultimamente ne sto approfittando tanto per leggere: in generale saggi e testi di psicologia e pedagogia. In una delle mie ultime letture mi sono imbattuta in un rimando a Jorge Bucay, psicoterapeuta argentino a orientamento Gestalt... Il suo modo di scrivere è molto incisivo e coinvolgente, almeno questa la mia impressione leggendo "Lascia che ti racconti", una raccolta di storie che invitano a riflettere, e ti lasciano sempre un po' così... Sarà il periodo difficile, sarà la primavera avanzata, ma a tratti mi sono commossa. 

Per invitarvi alla lettura vi lascio a questo racconto...
Che sia un' occasione per guardarsi dentro. Buona lettura :


«Sono venuto qui, maestro, perché mi sento così inutile che non ho voglia di fare nulla. Mi dicono che sono un inetto, che non faccio bene niente, che sono maldestro e un po’ tonto. Come posso migliorare? Che cosa posso fare perché mi apprezzino di più?».

Il maestro gli rispose senza guardarlo: «Mi dispiace, ragazzo. Non ti posso aiutare perché prima ho un problema da risolvere. Più tardi, magari…». E dopo una pausa aggiunse: «Ma se tu mi aiutassi, forse potrei risolvere il mio problema più in fretta e dopo aiutare te».

«Con piacere, maestro» rispose il giovane esitante, sentendosi di nuovo sminuito visto che la soluzione del suo problema era stata rimandata per l’ennesima volta.

«Bene» continuò il maestro. Si tolse un anello che portava al mignolo della mano sinistra e, porgendolo al ragazzo, ordinò: «Prendi il cavallo che c’è là fuori e va’ al mercato. Ho bisogno di vendere questo anello perché devo pagare un debito. Vorrei ricavarne una bella somma, per cui non accettare meno di una moneta d’oro. Va’ e ritorna con la moneta d’oro il più presto possibile».

Il giovane prese l’anello e partì. Appena fu giunto al mercato, iniziò a offrire l’anello ai mercanti, che lo guardavano con un certo interesse finché il giovane diceva il prezzo.

Quando il giovane menzionava la moneta d’oro, alcuni si mettevano a ridere, altri giravano la faccia dall’altra parte e soltanto un vecchio gentile si prese la briga di spiegargli che una moneta d’oro era troppo preziosa in cambio di un anello. Pur di aiutarlo, qualcuno gli offrì una moneta d’argento e un recipiente di rame, ma il giovane aveva ricevuto ordine di non accettare meno di una moneta d’oro e rifiutò l’offerta.

Dopo aver proposto il gioiello a tutte le persone che incrociava al mercato – e saranno state più di cento – rimontò a cavallo demoralizzato per il fallimento e imboccò la via del ritorno.

Quanto avrebbe desiderato avere una moneta d’oro per regalarla al maestro e liberarlo dalle sue preoccupazioni! Così finalmente avrebbe ottenuto il suo consiglio e ’aiuto.

Entrò nella stanza.

«Maestro» disse. «Mi dispiace. Non è possibile ricavare quello che chiedi. Forse avrei potuto ottenere due o tre monete d’argento, ma credo di non riuscire a ingannare nessuno riguardo al vero valore dell’anello».

«Quello che hai detto è molto importante, giovane amico» rispose il maestro sorridendo. «Prima dobbiamo conoscere il vero valore dell’anello. Rimonta a cavallo e vai dal gioielliere. Chi lo può sapere meglio di lui? Digli che vorresti vendere l’anello e chiedigli quanto ti darebbe. Ma non importa quello che ti offre: non glielo vendere. E ritorna qui con il mio anello».

Il giovane riprese di nuovo a cavalcare.

Il gioielliere esaminò l’anello alla luce della lanterna, lo guardò con la lente, lo soppesò e disse al ragazzo: «Di’ al maestro, ragazzo, che se vuole vendere oggi stesso il suo anello, non posso dargli più di cinquantotto monete d’oro».

«Cinquantotto monete d’oro?» esclamò il giovane.

«Sì» rispose il gioielliere. «Lo so che avendo più tempo a disposizione potremmo ricavare circa settanta monete d’oro, ma se ha urgenza di vendere…».

Il giovane si precipitò dal maestro tutto emozionato a raccontargli l’accaduto.

«Siediti» disse il maestro dopo averlo ascoltato. «Tu sei come questo anello: un gioiello unico e prezioso. E come tale puoi essere valutato soltanto da un vero esperto. Perché pretendi che chiunque sia in grado di scoprire il tuo vero valore?».

E così dicendo s’infilò di nuovo l’anello al mignolo della mano sinistra.


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