venerdì 10 aprile 2020

Le connessioni all'epoca del lockdown

Sono giornate impegnative, a tratti veramente difficili, per tutti noi. Ormai lo sappiamo, e per davvero. 
Ognuno vive e affronta questo periodo in maniera diversa, sia dal punto di vista strettamente materiale che da quello emotivo e psicologico. Personalmente passo da momenti decisamente sconfortanti a momenti di rassegnata accettazione dell'ordine delle cose, vado dalla malinconia del passato all'angoscia per il futuro, consolandomi però grazie a un presente fortunatamente sempre molto generoso con me. 

In questo tempo sospeso, tra i vari impegni quotidiani che sembrano aumentati rispetto a prima, mi aggrappo con tutte le mie forze al desiderio di collaborare e scambiare energie positive con le mie colleghe consulenti ed educatrici babywearing. Purtroppo non riesco come vorrei, mi piacerebbe partecipare a riunioni, meeting per scambiarci punti di vista, anche nell'ottica di offrire occasioni di informazione e confronto on line per i genitori nei vari luoghi di aggregazione sui social (dove gli assembramenti sono finalmente possibili e finalmente non dannosi!). Vorrei, ma non posso... Così come vorrei. D'altra parte, venendo meno la scuola, una fetta consistente del mio tempo è dedicata a supportare i miei figli nella didattica a distanza... Almeno per la durata delle lezioni. Insomma, organizzarsi non è facile. 

Ho quindi deciso, in questo tempo sospeso, di non sforzarmi oltre il dovuto, dato il periodo critico che tra le varie cose sta mettendo alla prova la mia attitudine al multitasking. Mi sto impegnando a non strafare, a non debordare. E a stare nel momento presente, hic et nunc. Così quando Alice, la titolare del negozio "Le meraviglie di Alice" appunto, nonchè prossimamente mia collega come consulente della Scuola del Portare, mi ha proposto di andare come ospite nel suo gruppo Facebook, ho accettato volentieri. L'ho fatto perchè avevo proprio voglia di vedere e sentire lei e tutte le mamme che ogni giorno passavano nel suo delizioso negozietto a Torre del Greco; l'ho fatto perchè avevo nostalgia di un confronto live sui temi a me cari della crescita rispettosa e della genitorialità consapevole; l'ho fatto perchè il tema dell'incontro era abbastanza "light": "Consulenti del portare: quando, perchè, come" recitava il titolo, mi risuonava amichevole e poco impegnativo in termini di preparazione... Anche perchè, particolare non da poco per me, l'incontro sarebbe stato in diretta dal vivo nel gruppo!, già di suo la cosa mi procurava un certo stress!  

Alice ed io siamo andate in diretta ieri pomeriggio, abbiamo chiacchierato insieme per un'oretta circa: il tempo vola sempre quando sei in compagnia delle persone giuste! A breve sarà disponibile il link al video per chi vorrà vederlo per intero... Ma nell'attesa, per farla breve di cosa abbiamo parlato?





Per rispondere alle domande del titolo dell'incontro -come, quando e perchè una consulenza- ecco cosa ci siamo dette:

- COME: abbiamo convenuto insieme che la consulenza non si limita alla sola durata effettiva dell'incontro, bensì si articola in un "prima, durante e dopo" abbastanza fluidi e sempre modulati sulle esigenze delle persone che ci contattano. Prima della consulenza vera e propria avviene una chiacchierata con il genitore che ci contatta, per conoscere età del bimbo e un po' della sua storia, in modo da avere un primo quadro della diade/triade che verrà da noi. In questa fase si danno suggerimenti su come presentarsi alla consulenza, in termini di abbigliamento adatto (comodo e non troppo caldo per genitori e bimbo), si chiede se ci saranno terzi accompagnatori (di solito nonni), si parla della durata dell'incontro in modo da dare possibilità ai genitori di organizzarsi con le poppate e i cambi del bimbo. Può capitare che in questa fase vengano fuori le aspettative del genitore riguardo la consulenza, ma non è detto. Durante la consulenza vera e propria invece sarà cura della consulente capire, lavorando assieme al genitore, qual è la modalità privilegiata di apprendimento: alcuni ad esempio preferiscono vedersi allo specchio, altri invece si confondono, in base a ciò e anche ad altro (caratteristiche fisiche, stili di movimento...) si studia con la partecipazione attiva del genitore un percorso personalizzato per imparare, entro la fine dell'incontro, a portare in sicurezza e autonomia il proprio bambino. Dopo la consulenza... Solitamente la consulenza continua, con un affiancamento a distanza sia per l'eventuale acquisto sia per i feedback post incontro, e per ogni eventuale dubbio sul babywearing.

- QUANDO: prima o dopo la nascita? Non c'è una risposta uguale per tutti! Ci sono genitori, mamme in particolare che preferiscono incontrare la consulente prima della nascita, sia per motivi pratici e organizzativi, sia per preparare quel "nido" per il loro piccolo... Nido fisico ma anche emotivo e psicologico. Se si preferisce fare l'incontro prima, si raccomanda solitamente di non vedersi prima della trentesima settimana: il rischio è di dimenticare parecchie cose! Chi sceglie invece di vedersi dopo preferisce prima stringere tra le braccia, fuori dalla pancia, il piccolo... In tal caso, suggerisco di aspettare che la mamma si senta pronta innanzitutto fisicamente, ma anche dal punto di vista delle emozioni, così intense nel puerperio!

-PERCHE' : spesso si immagina che la consulente passi semplicemente delle tecniche di legatura, ma il nostro lavoro non è solo la trasmissione di una pratica. Noi educatrici e consulenti babywearing siamo delle facilitatrici della relazione nella diade/triade, grazie al "portare" rendiamo accessibile un codice attraverso il quale mamma/bimbo, papà /bimbo riescono a comunicare, un codice che viaggia sulla nostra pelle. Rendiamo questo codice disponibile attraverso la trasmissione ad hoc della tecnica, certo, calibrandola sulle caratteristiche e sui bisogni dei genitori e dei bambini, ma non solo: portiamo informazione e supporto nella relazione, la conoscenza della fisiologia e delle esigenze del neonato (ancora molti genitori credono ad esempio che il proprio figlio voglia stare troppo tempo in braccio!) e il sostegno emotivo nella scelta di rispondere positivamente ai bisogni di contatto e contenimento del neonato. Dal punto di vista strettamente tecnico, del "fare" invece, la consulente è attenta nell'attivare tutte le risorse del genitore al fine di padroneggiare l'apprendimento questa pratica fantastica del babywearing : passaggi alternativi, sequenze slow motion, ripetizione di movimenti... E tanto altro. 
L'obiettivo finale, o meglio la missione, almeno per come la vedo io, è generare consapevolezza nel genitore riguardo alle sue capacità di accudire e allevare il proprio bambino. Un genitore competente ed empowered, e un bambino felice perché rispettato nei suoi bisogni primari e nei suoi tempi.

Il babywearing è molto più di una 'moda' , non credete? Buone coccole a tutti voi!



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