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lunedì 28 agosto 2023

Il marketing della paura

Ultimamente mi è capitato di imbattermi sui social in delle inserzioni sponsorizzate, niente di nuovo sicuramente, si tratta di prodotti in buona parte già visti in passato; è merce destinata alla fascia "genitori di bimbi piccoli" o anche "genitori in attesa", ed hanno tutti un comune denominatore: la preoccupazione per la salute del proprio bambino.

Beh che scoperta!, di solito gran parte dei genitori è proprio mossa dalla volontà di proteggere l'incolumità e la salute dei propri figli, quindi nulla di strano. Però, ad una lettura un minimo più attenta, non posso fare a meno di notare lo stile comunicativo degli annunci che mi compaiono sullo smartphone, e l'enfasi che viene data a particolari aspetti.

 

Il "marketing della paura" inizia dalla gravidanza



Fin dall'attesa, i futuri genitori sono target "facili" per le aziende di articoli di puericultura e prima infanzia: la madre in particolare è più sensibile alla preparazione, anche solo mentale, del "nido", senza considerare il fatto che già la gravidanza di per sè è una condizione nel tempo colonizzata da tutto un comparto di prodotti ad hoc (creme, cuscini, abbigliamento etc), dove molto poi influisce il passaparola, o il sentito dire.

Se avete letto "Bebè a costo zero"

mercoledì 6 aprile 2022

Portare fronte mondo si/no: parliamone!

Fin da quando ho mosso i primi passi nel mondo del babywearing ci sono state delle costanti, degli argomenti che sono rimasti pressochè invariati col passare degli anni, uno di questi è sicuramente l'atteggiamento negativo verso la posizione "fronte mondo", o "fronte strada" che dir si voglia.

La comunità di mamme e consulenti babywearing, che man mano aumentavano sempre più di numero, era unanime: questa posizione, che vede il bambino messo in fascia/marsupio con il viso rivolto verso l'esterno, e non verso il genitore ("cuore a cuore" o pancia a pancia), non è ottimale per lo sviluppo del bebè, oltre ad essere poco salutare per la schiena di chi porta.
Preferibile senz'altro scegliere altre posizioni, magari sul fianco o sulla schiena laddove il pancia a pancia non era/non era più un'opzione valutabile.
 
 
Antonella, collega consulente e amica, con la piccola Carla fronte mondo!

 
Ma perchè? 
 
Il "divieto" era di fatto accompagnato da una serie di infografiche di come questa posizione non rispettasse la fisiologia del bebè: si trattava di immagini che rappresentavano bambini portati si fronte strada, ma per lo più in marsupi non proprio ergonomici, caratterizzati da sedute molto strette, con pannelli rigidini. In queste immagini di solito il bebè era messo anche molto basso sul corpo del portatore, spesso con il busto non supportato (magari i bambini nelle foto/disegni erano anche abbastanza grandi, non più neonati). Ho selezionato quache foto, ma basta fare un giro veloce su Google per rendersene conto da soli.
 

 
 
 
 
 

Guardando semplicemente le foto, anche senza essere troppo "addetti ai lavori", l'impressione è che questi bambini non siano ben sostenuti: di fatto non sono supportati da ginocchio a ginocchio e il bacino non è ruotato, non garantendo così un accovacciamento profondo (guarda qui i check da fare sulla sicurezza quando portiamo).
 
In queste situazioni, portando così, va da sè che il fronte mondo non è una opzione consigliabile:  non viene rispettata la fisiologia del bambino, e anche per il genitore il carico sembra mal distribuito (soprattutto a causa delle sollecitazioni in avanti provocate dai movimenti de bambino).

Ma portare fronte mondo magari con supporti diversi, e comunque rispettando la fisiologia del bambino, è possibile? Forse questa domanda non è stata mai formulata in questo modo, questa almeno la mia esperienza sui forum/social: la domanda si limitava a: si può fare/ non si può fare? Insomma a domanda secca seguiva risposta secca.

Ci sono voluti anni e sopratutto la formazione con Slingababy, grazie in particolare  alle domande che Lorette ci invitava a porci, per arrivare a una riconsiderazione dell'esecrabile fronte mondo!

Diciamolo: il fronte mondo si può valutare. Se ce n'è bisogno, ovviamente (bisogni di vario tipo)
 
Attenzione però, voglio subito fare delle precisazioni: 

1) non è una posizione che vada bene sempre e comunque, nè che vada bene per tutti 
2) anche questa posizione, come tutte le altre, deve passare il controllo dei safety check! (guarda qui)
3) è bene non utilizzarla troppo, in maniera prolungata (sopratutto se il genitore ha problemi alla schiena/posturali)
4) non utilizzarla se il bambino si addormenta (cambiare posizione), nè se il bambino non ha un buon controllo della testa: in entrambi i casi la testolina non è supportata e non riusciamo a monitorare le vie aeree; per questo motivo si consiglia di non portare neonati in questa modalità. La testolina è sempre ben al di fuori del pannello, non è mai coperta dal tessuto del portabebè
5) considerazioni squisitamente personali: 
-meglio non utilizzarla in contesti troppo stimolanti per il bambino (es: centro commerciale, attività particolari del genitore), per non sovraccaricarlo di input;
-preferibilmente non adoperarla con bambini molto pesanti/lunghi/che si muovano molto, per non compromettere l'equilibrio del genitore

Come vedi la situazione si fa più complessa, e siamo già usciti dall'ambito della dicotomia rigida, della contrapposizione manichea tra fronte mondo bruttoecattivo e cuore a cuore solecuoreamore.

Spesso, in particolare sui social, quando si parla di argomenti complessi si corre il rischio di estremizzare e banalizzare, riducendo appunto la varietà di situazioni e posizioni a schieramenti rigidi. Qui stiamo parlando di bambini e di famiglie, popolazioni caratterizzate da un'ampia variabilità e ricchezza! 

E attenzione: dire che il fronte mondo è possibile non vuol dire che sia "per tutti": ci sono persone che possono soffrire con la schiena, così come ci sono bambini che non gradiscono affatto essere rivolti tout court verso la strada. Dire che una soluzione è fattibile non vuol dire sia buona sempre, e per chiunque (l'ho ripetuto, mi scuso, ma a volte sento la necessità di rimarcare per non innescare fraintendimenti)

Fronte mondo si può portare: in questo breve video mostro a cosa prestare attenzione quando teniamo così in braccio il nostro bambino.
 
supporto da ginocchio a ginocchio, supporto della colonna

 

rotazione del bacino, testolina supportata

 
E quando portiamo con un supporto? Ovviamente cambia qualcosina, ma tendenzialmente dovremmo "ricreare" il sostegno e il contenimento delle nostre braccia, del nostro corpo.
Nelle foto che seguono ho voluto mostrare il fronte mondo in un supporto che non è però consigliabile utilizzare in questa posizione (stesso dicasi per fascia tessuta, ring, meh dai e marsupi comunemente intesi): una configurazione estrema quindi, che come figura esperta sento di poter gestire, me per chi vuole praticare questa posizione consiglio sicuramente di utilizzare SUPPORTI APPOSITAMENTE STUDIATI PER LO SCOPO.

in fascia elastica, fronte mondo

in fascia elastica fronte mondo

Si avrà sempre l'accortenza di supportare il bimbo da ginocchio a ginocchio, consentendogli di ruotare il bacino. La colonna è supportata così come la testolina, per quanto possibile ovviamente dato che per gravità sarà sempre portata ad andare in avanti.
E' ovviamente possibile anche portare "male" con lo stesso supporto, ecco altre foto dove si vede come la bambola non è supportata:



Cosa salta all'occhio? Testolina penzolante, tessuto che non arriva agli incavi delle gambe, bacino non ruotato: il bimbo appare come all'impiedi...

Esistono anche soluzioni apposite per portare fronte mondo, dove in particolare la rotazione del bacino è consentita da una particolare sagomatura del pannello, e da appositi sistemi di riduzione/estensione. La scorsa estate ne provai uno, il Tula Explorer, dalla mia cara amica Le meraviglie di Alice che ne è rivenditrice insieme a tanti altri tipi di marsupi e fasce, of course!
Naturalmente un supporto che nasce appositamente per l'utilizzo "portare fronte mondo" resta la soluzione ideale, ed è prevedibile che sia più semplice e sicuro da utilizzare in questa modalità, rispetto ad un supporto che non è stato disegnato e prodotto allo scopo. E' fondamentale ad ogni modo restare in ascolto del proprio bambino e del proprio corpo, e superare tutti i check di sicurezza e comfort (si, l'ho ripetuto!)

Tula Explorer

Insomma, spero di aver portato il mio contributo nel dare una visuale più ampia sulla questione: come hai visto, non si può rispondere semplicemente si o no alla domanda "E' consigliabile il fronte mondo?", perchè intervengono tante variabili e tante cose da valutare, da tenere in considerazione .

Ma "si-può-fare!" (cit.), e per alcune famiglie magari può fare la differenza sapere che possono praticare questa modalità di babywearing senza sensi di colpa, prestando attenzione ai check che possono fare in autonomia e buonsenso.

Se questo articolo ti ha interessato, se lo hai reputato utile, condividilo pure! 
A presto, e buon portare!

venerdì 18 giugno 2021

Babywearing in estate: una risorsa!


Ogni anno è tradizione, come diciamo dalle mie parti: arriva il caldo e con esso i post e i video consigli sul portare i bambini! Il babywearing estivo è possibile? Farà male ai piccoli? Corro dei rischi? Come posso fare per non sudare, marsupio o fascia che sia? Qual'è il supporto migliore per affrontare la calura?

Gli interrogativi sono tanti, ed ogni bella stagione che arriva per me è fonte di confronto e, in fin dei conti, di crescita per la professione che svolgo. Quest'anno, insieme alla mia cara amica e collega Alice, vulcanica titolare del negozio Le meraviglie di Alice, ho deciso di raccogliere un po' di domande sparse dei genitori, e di provare a rispondere attraverso una diretta su Instagram andata in onda ieri sul profilo di Alice (puoi guardare qui il video integrale).

Trend topic!

Innanzitutto, è possibile davvero

giovedì 18 marzo 2021

Tutto quel che c'è da sapere sui mei tai e non hai mai osato chiedere!

Il mio amore per il mei tai (meh-dai, bei-dai sarebbe più corretto usare la denominazione originale) non è storia nuova (leggi ad esempio qui o qui ), l'ho amato da sempre questo portabebè per la sua praticità, comodità ed avvolgenza, utilizzandolo fin da subito, o quasi, fino a circa due anni di vita di entrambi i miei bambini.

Ti avverto, questo post sarà molto lungo e dettagliato, la mia intenzione è creare una sorta di compendio di tutto quel che so su questo supporto, che possa servire a me e ai genitori che seguo nelle consulenze e nei corsi... E a chiunque abbia bisogno ovviamente!

Partiamo dal mostrarlo, nalle sua semplicità ed essenzialità: prendo una foto dalla mia amica artigiana Tiz My Mei Tai, che fino a poco tempo fa realizzava questi piccoli capolavori, eleganti e puliti nella loro funzionalità


Come puoi vedere si tratta di un oggetto molto semplice nella sua struttura: un pannello centrale in tessuto

venerdì 23 ottobre 2020

Come adattare un mei Tai "classico" su un neonato

Probabilmente questo post, e il video tutorial ad esso collegato, potranno infastidire qualche collega "purista" della fascia e della sacra armatura diagonale... È un rischio che voglio correre, quando si naviga oltre le colonne d'Ercole del sapere può succedere che le "novità" siano etichettate comodamente come "stranezze" se non ancor più comodamente "errori"! 

Scherzi a parte... La tecnica di cui vi parlero' è insolita e sicuramente per ora io almeno non l'ho ancora vista in giro. Nel corso con Slingababy ,

mercoledì 14 ottobre 2020

In diretta radio... E chi se lo aspettava?




Ci sono cose che potevano accadere solo in questo folle follemente apocalittico 2020... Tra queste la mia scelta epocale di accettare l'invito a parlare di "alto contatto" e bisogni del neonato, nel programma di Elisa D'Avino su Radio Punto Nuovo!

Elisa è una donna vulcanica e dalla sensibilità rara, una persona speciale che ho avuto modo di incontrare anni fa grazie al babywearing, nel gruppo Facebook regionale dedicato al mondo delle fasce e marsupi, Portare in fascia Campania. All'interno del suo programma ha desiderato fortemente dedicare uno spazio settimanale al tema del maternage e dintorni... Quando mi ha proposto una diretta sul topic "il Vizio delle braccia",

mercoledì 23 settembre 2020

Il tempo lento dei neonati

 
 
Era da parecchio che volevo scrivere questo post, perché credo sia importante e giusto, nell'ottica di un approccio rispettoso dei bisogni del bambino, parlare del tema "tempo lento del neonato". 
In questi anni ho potuto osservare che da parte dei neogenitori è sempre grande la curiosità e l'interesse verso tutto ciò che riguarda la loro creaturina appena arrivata! Alcuni chiedono in maniera esplicita informazioni e notizie sul bambino, altri sono più timidi in un certo senso : tutti però sono decisamente affascinati e incuriositi da una serie di argomenti di cui, talvolta, non hanno mai sentito parlare prima, nonostante spesso abbiano seguito un percorso di accompagnamento alla nascita.

mercoledì 2 settembre 2020

Cose che non sapevo sui marsupi

Spesso chi si avvicina al mondo dei marsupi, ormai così ampio e variegato, è animato da aspettative di semplicità e velocità nei confronti di questo tipo di portabebe'. Come dire: c'è meno stoffa = lo indosso più rapidamente, o ancora ha le fibbie = è più sicuro (rispetto ai nodi che, non si sa mai, possono sempre sciogliersi... - cosa molto discutibile, ma ne parleremo magari in un altro post dedicato alla sicurezza dei supporti-). E invece bastano poche prove di strutturati diversi presenti sul mercato per capire che la faccenda non è così semplice come potremmo pensare! 
L'argomento è bello vasto, a dispetto di quello che si possa credere: ci sarebbe innanzitutto da distinguere tra le varie categorie di marsupi, da quelli a pannello fisso a quelli regolabili (taglia unica oppure distinti in fasce di età), alla diversa configurazione degli spallacci (spallacci che possono incrociarsi tra di loro oppure con attaccatura fissa al pannello, spallacci imbottiti o meno etc), con possibilità di agganciare gli spallacci al fascione, per i più piccini, o al pannello per i più grandicelli, con chiusura del cinturone centrale sulla schiena, o spostata su un lato, con riduttori interni o esterni per i neonati, con cappucci reggitesta, con taschini e tanto tanto altro... Siccome l'argomento è ampio assai, in questo post voglio fare solo un riassunto delle cose che non conoscevo sugli accattivanti marsupi, e che ho imparato durante la formazione con Slingababy.


Piccola premessa, per mia esperienza personale e per confronto con colleghe di altre scuole italiane di babywearing, durante le formazioni lo spazio ai supporti strutturati viene solitamente lasciato alla fine: si parla per lo più di come riconoscere un buon marsupio ergonomico, e solitamente si impara anche a portare sulla schiena con questo portabebe'. C'è lo spazio per provare diversi marchi in commercio, ma sostanzialmente lo studio è focalizzato prevalentemente sulla fascia tessuta e sulle varie tecniche per indossarla; d'altra parte i marsupi sono così intuitivi da utilizzare! 

E quindi: fascione posizionato in vita, facciamo accomodare il bimbo centrandolo nel pannello e tiriamo su quest ultimo; infiliamo gli spallacci e chiudiamo la chest strap (la fibbietta che unisce gli spallacci). Una variante che sto adottando anche io, e che diverse colleghe già usavano, prevede la possibilità di chiudere prima la chest strap (lasciando le cinghie di regolazione degli spallacci molto lente), e far entrare il bimbo nel marsupio già "chiuso", per poi infine regolare la tensione delle cinghie laterali. 

La chiusura della chest strap prima di inserire il bimbo la sto trovando molto utile, anche affinché questa possa trovare la sua corretta posizione sulla schiena. La fibbietta che unisce gli spallacci non dovrebbe infatti essere posizionata troppo alta, dietro la nuca per intenderci, ma più in basso. Un punto che può variare da persona a persona in base a fisicità, postura e anche lunghezza degli spallacci del marsupio, e che a grosse linee si può localizzare nella parte tra le scapole o immediatamente sopra. Vale la pena provare spostando la chiusura di centimetro in centimetro, muovendosi lungo i "binari" cuciti sugli spallacci.

Chiudendo la chest strap prima, e stringendo le cinghie laterali successivamente, ho quindi la possibilità di farla scendere più in basso (posso  anche preventivamente spostare i cursori della chest strap verso il basso, sugli spallacci, in particolare se questi non sono troppo lunghi). 

Ma veniamo ad un'altro punto cruciale: come far accomodare correttamente il bambino nel marsupio. Intuitivamente quasi tutti posizionano il bimbo con il sederino alla base del pannello, per capirci appoggiandolo sul fascione, e poi procedono con la "vestizione" del pannello stesso. Sarebbe meglio invece posizionarlo con il sederino più in basso rispetto alle ginocchia, sederino che va ad appoggiarsi al pannello che cade in avanti: il bimbo è seduto nella "tasca" formata dal pannello stesso quindi, e non sul cinturone.


Le foto non sono di grande qualità, purtroppo al momento con i potenti mezzi della tecnologia non riesco a fare di meglio... Ad ogni modo il risultato finale è notevolmente diverso: il bambino è posizionato in maniera fisiologica e soprattutto non va a scaricare il peso sul fascione, talvolta piegandolo (soprattutto nei modelli con fascione molto alti). Specialmente portando sulla schiena la sensazione di sicurezza, e di comfort, è nettamente migliore: il bimbo è ben sostenuto da entrambi pannello e fascione. 

Altra cosa interessante: spesso i genitori tendono a stringere eccessivamente le cinghie laterali dei marsupi, per far aderire di più il proprio bimbo a sé. È importante però non eccedere, perché andando a tirare troppo queste cinghie andiamo a toccare il bacino e la sua rotazione... Il bimbo perde la seduta per lui fisiologica e viene come "schiacciato" verso il portatore. Lasceremo quindi un piccolo margine per conservare la rotazione del bacino (faremo sempre il test dei check sulla sicurezza, per verificare noi stessi che stiamo portando bene). 

Un'ultima cosa (beh, ultima per ora... Ho ancora tanto da imparare) : ho imparato un nuovo caricamento dal fianco per portare sulla schiena che a mio parere è molto semplice e soprattutto da tanta sicurezza ai genitori che lo sperimentano... Ho postato sui miei social un video velocizzato su come farlo, puoi vederlo qui. Mi piacerebbe farne un tutorial prima o poi!
Nel caricamento dal fianco (hip scoot) in passato come prima cosa allentavo il fascione (anche col mei tai), in modo da poterlo ruotare più agevolmente... Però in questo modo il bambino inevitabilmente scende verso il basso e un volta che è sulla schiena è più difficile posizionarlo in maniera adeguata. La soluzione è semplice: nella rotazione lasceremo il fascione aderente in vita, non largo, e basterà trattenere il fiato per al massimo 2 secondi.. Il tempo di eseguire il movimento sulla schiena! Provare per credere! 

E tu che ne pensi? Credi ancora che i marsupi siano così "intuitivi"? 





 

venerdì 26 giugno 2020

Sicurezza nel babywearing: quanto ne parliamo?

Vivo il mondo del babywearing da dieci anni ormai (eh si, l'età avanza!), come sai ho indossato più "vesti" in questo settore, iniziando come mamma, proseguendo come artigiana e infine diventando educatrice/consulente. 

Molte cose sono accadute in questo periodo nel panorama nazionale del portare i bambini: nuove scuole di pensiero e differenti approcci al babywearing, l'ascesa e la diffusione delle consulenti su tutto il territorio

martedì 26 maggio 2020

Annamaria... Ma cosa fai??



In questi mesi di lontananza fisica dai genitori e dalle famiglie che seguo , ho avuto modo di pensare e iniziare a mettere a punto nuovi strumenti e strategie per essere più efficace nel lavoro che faccio. 

Sicuramente quello più impegnativo, quello che ha richiesto maggior tempo in termini di realizzazione e post - realizzazione... E' stato il caro, vecchio video tutorial! Un mezzo che ho amato e odiato in questi primi dieci anni di attività nel babywearing... Ma i tempi erano maturi, io mi sentivo pronta per tornare su YouTube.

mercoledì 13 maggio 2020

Il vero valore: la metafora dell'anello

Ultimamente ne sto approfittando tanto per leggere: in generale saggi e testi di psicologia e pedagogia. In una delle mie ultime letture mi sono imbattuta in un rimando a Jorge Bucay, psicoterapeuta argentino a orientamento Gestalt... Il suo modo di scrivere è molto incisivo e coinvolgente, almeno questa la mia impressione leggendo "Lascia che ti racconti", una raccolta di storie che invitano a riflettere, e ti lasciano sempre un po' così... Sarà il periodo difficile, sarà la primavera avanzata, ma a tratti mi sono commossa. 

Per invitarvi alla lettura vi lascio a questo racconto...

venerdì 8 maggio 2020

European Babywearing Week 2020: le iniziative in Campania

Arriva anche quest anno la Settimana Europea del Babywearing, iniziativa che edizione dopo edizione acquisisce sempre di più una identità dai contorni chiari e definiti. Le Scuole, i brand di produttori e sopratutto le Consulenti di tutto il continente hanno pensato e organizzato tante cose belle, anche in questo periodo storico così difficile e provante. 

Certo, lavorare su cosa offrire ai genitori e agli altri membri della comunità babywearing non è stato per nulla facile in questa edizione, considerando che io e con me molte colleghe siamo a casa impegnate con figli più o meno piccoli, tra bisogni ignorati e tentativi di didattica a distanza.

giovedì 30 aprile 2020

Babywearing come: un mondo di portabebe'

A un passo dalla Settimana Europea del Babywearing (4-10 maggio 2020), e per ritrovarci più vicini in questa quarantena che si sta protraendo, assieme alle colleghe consulenti babywearing della regione Campania abbiamo pensato ad una serie di appuntamenti virtuali sul portare. 
Si tratta di incontri ai quali sarà possibile partecipare per chi è presente nel gruppo locale "Portare in fascia Campania ", approfondimenti tematici su vari aspetti del babywearing, da quelli più tecnici e pratici a quelli connessi con risvolti emotivi e psicologici... Ce n'è per tutti! 

lunedì 27 aprile 2020

Genitori tra vocazioni e necessità

Mi è capitato di pensare più volte, in questa quarantena "liquida" e dai confini incerti, alla condizione attuale dei bambini e di quella dei loro genitori: non potrebbe essere diversamente, essendo direttamente coinvolta come mamma di due creature. Cosa è successo? 
Improvvisamente ci siamo ritrovati ad essere, noi genitori, non più solo "semplici" educatori dei nostri figli, ma anche insegnanti, animatori, amici, babysitter ed altro ancora... Di punto in bianco la moltitudine di ruoli ricoperti da altre figure intorno a noi ricade tutta sulle nostre fragili spalle: non più le maestre, non più i nonni, le tate, gli allenatori, puf!, tutto sparito! Spariti anche i "pari" dei nostri bambini, i compagnetti di scuola, quelli della piscina o del catechismo... 

sabato 18 aprile 2020

Pikler e "alto contatto"


Da quando sono entrata in contatto con il pensiero di Emmi Pikler è stato inevitabile iniziare a fare dei ragionamenti e delle considerazioni dentro di me, rapportando le parole della pediatra e ricercatrice ungherese alla mia esperienza di babywearing, come mamma e professionista.
Centrali nell'intera visione pikleriana sono la libertà e il rispetto riconosciuti alle competenze del bambino, fin dalla più tenera età; come ho avuto modo di iniziare a raccontare in un post di poco tempo fa, fin dalla culla al cucciolo umano sono necessarie poche cose

affinchè possa avvenire uno sviluppo psicomotorio armonico, che personalmente schematizzerei nelle "3 a": ambiente, abbigliamento e sopratutto adulto! Se l'adulto infatti interferisce
il meno possibile con la libera ricerca e sperimentazione di movimenti e posizioni da parte del bambino, evitando di "insegnargli cose" che, al massimo della mobilità raggiunta al proprio personale livello, egli non è capace da solo di compiere, e se si preoccupa unicamente di garantirgli un ambiente e un abbigliamento idonei a fargli vivere questa libertà di movimento, avremo degli ottimi presupposti affinchè si manifesti uno sviluppo equilibrato. 

Il ruolo dell'adulto quindi è pur sempre cruciale, anche se grande centralità torna finalmente all'attore principale del suo proprio sviluppo, il bambino. Le puericultrici di Loczy, così come ogni genitore, non dovrebbero quindi mai "aiutare" il bambino a compiere movimenti di cui egli non è ancora capace
Dal canto loro, i bambini lasciati liberi di muoversi difficilmente richiederanno l'assistenza dell'adulto perchè gratificati dai risultati delle loro stesse attività, e questo appariva con particolare evidenza proprio a Loczy, a differenza di contesti tradizionali dove invece la puericultrice " quasi senza sosta è occupatissima ad aiutare i bambini a muoversi e a rimettere loro in mano i giocattoli. In questo modo i bambini passano una parte più o meno lunga della giornata in attesa". 

I bambini lasciati liberi trascorrono anche un tempo qualitativamente migliore con le figure adulte di cura: "la puericultrice può tranquillamente dedicare più tempo ai singoli bambini , perchè non vive in uno stato di tensione e fretta costante. Perciò, se qualche volta il bambino ha bisogno di aiuto, la puericultrice ha più tempo per intervenire e tranquillizzarlo. Di conseguenza, tra lei e i piccoli si instaura un rapporto migliore; i bambini sono più allegri, attivi e hanno più voglia di muoversi negli spazi a loro dedicati".



Abbiamo quindi un bambino che si muove libero e felice, in uno spazio adeguato per lui, con un abbigliamento rispettoso delle sue necessità; un bambino che passerà i primi mesi della sua vita in posizione supina, finchè non sarà capace autonomamente di iniziare a voltarsi sul fianco, poi sulla pancia, poi a ribaltarsi sulla schiena e così via. 

Un bambino, mi è venuto da pensare mentre leggevo Datemi tempo, che, conseguentemente, verrà preso poco in braccio? Tra le pagine della Pikler si legge "il bambino resta coricato supino giorno e notte finchè non è capace, di sua iniziativa, di mutare posizione. In questo periodo l'adulto porta il bambino in braccio in posizione distesa. (...) Per il ruttino lo solleva quasi verticalmente per uno o due minuti, sostenendogli fermamente la schiena e la testa. Finchè non è capace di voltarsi dalla schiena sulla pancia, il bambino viene messo in questa posizione solo per pochi minuti al giorno, quando è proprio inevitabile (dopo il bagno, per esempio, per asciugargli la schiena o durante un'eventuale visita medica"
Il bambino della Pikler sarà quindi, congruentemente con la visione dell'autrice, un bambino manipolato e anche preso in braccio il meno possibile, sopratutto nei primi mesi di vita; il bisogno di contenimento del neonato sembrerebbe in qualche modo rispettato nel breve periodo postnatale, grazie all'utilizzo di una sorta di "sacco nanna" , "un ampio cuscino fornito in fondo di sacchetto (come i porte-enfant di un tempo) (...) i bambini dormono negli appositi sacchi imbottiti che da noi sono molto più lunghi e più larghi di quelli usati in altri paesi. In questo modo il piccolo può sgambettare liberamente".


Il bisogno di contatto fisico sembrerebbe invece essere soddisfatto durante le attività quotidiane di cura, dall'alimentazione al cambio al bagnetto; attività dove l'adulto avrà l'attenzione di guardare negli occhi il bambino, dicendogli cosa sta per fare, cosa sta accadendo, trattandolo costantemente con estremo rispetto. Il diritto di partecipare attivamente alle scelte che lo riguardano è fondamentale nel bambino, fin da neonato: l'adulto non può dimenticarsene nell'interazione quotidiana con lui. Ogni azione di cui è destinatario il piccolo, anche la più banale, andrebbe per quanto possibile sempre comunicata: dalle mani, dagli sguardi e dal tono della voce dell'adulto emana profondo rispetto per la dignità e la persona tutta del bambino, che non subisce ma partecipa così all'azione.


Per la mia esperienza di madre e per gli studi sull'importanza del contatto e del contenimento, le parole della Pikler mi hanno sul momento un po'turbata e, mio malgrado, intimamente infastidita: ammettiamo anche che sia vero che il bambino, stando a quanto sostiene l'autrice, appaia appagato e sereno, e felice di essere libero e rispettato nella dimensione descritta ma... Dov'è la madre? Dove il genitore? La madre, appena nata, sembra non essere riconosciuta nel suo bisogni di continuità con la vita prenatale, bisogni che spesso la portano, come mammifero, a cercare la prossimità fisica e direi addirittura cutanea con il suo cucciolo. Da pediatra è anche abbastanza comprensibile che la Pikler incentri tutto il suo discorso sul bambino, ma noi, alla luce anche dei tanti lavori sul baby blues e aulla depressione post partum, non possiamo ignorare che il neonato sia ancora legato a filo doppio con sua madre, sopratutto nei primi mesi di vita. Purtroppo nella letteratura non è infrequente questo atteggiamento di oblio nei confronti della figura materna, ancora oggi. 

Il babywearing, va abbastanza da sé, non  è praticamente mai menzionato nelle pagine della Pikler: d'altra parte come potrebbe, visto che in qualche modo contiene i movimenti del bambino? Pikler fa cenno alle tradizionali fasciature dei neonati come impedimenti alla libertà di movimento del bebè, ma di portage vero e proprio non ne parla (tra l'altro va considerato che il portare era una pratica appannaggio di etnie lontane o di strati popolari, non un fenomeno trasversale come si sta delineando ai giorni nostri). 

Vorrei aggiungere, parlando di libertà di movimento nel babywearing, che si tratta di un argomento abbastanza controverso tra gli addetti ai lavori: è essenziale ai fini del praticare un'attività sicura per bambini e genitori sottolineare che i supporti vanno sempre indossati senza avere la necessità di sorreggere i bebè con le mani (se avvertiamo il bisogno di mantenere con una o con entrambe le mani il nostro bimbo portato in fascia o in marsupio, vuol dire che c'è qualcosa da sistemare), al tempo stesso però bisogna considerare anche l'importanza della possibilità di movimento al bambino. 

Mentre pratichiamo il babywearing insomma dobbiamo essere sicuri che stiamo rispettando tutti i criteri di safety, per cui presteremo attenzione alla corretta copertura e aderenza del supporto al nostro corpo (e a quello del bimbo naturalmente!), ma al tempo stesso avremo anche l'accortenza affinchè ci sia possibilità di movimento sopratutto per il bebè; non ci spaventeremo, quindi, se mentre portiamo, avverranno leggeri spostamenti, cambiamenti di posizione di braccine, testolina, un orlo che si sposta un po', una seduta che non va proprio da ginocchio a ginocchio etc... Perchè, come dicono a Slingababy, la vita è movimento!, insomma un bambino che si muove è un bambino perfettamente normale e sano. Resteremo però in ascolto dei segnali che il nostro corpo, e quelli che il bebè, ci mandano: safety first, sempre! (di seguito, le T.I.C.K.S. rule for safe babywearing)




Portare risponde a molti bisogni della diade, spesso si tratta di bisogni di tipo "pratico", scherzando con i genitori che incontro conveniamo che sopratutto dal secondo figlio in poi il babywearing salva le famiglie... Una soluzione per vivere la quotidianità delle nostre vite, dall'accompagnare i figli a scuola al fare qualche faccenda domestica, un modo poco ingombrante e "smart" di spostarsi dentro e fuori casa, sopratutto con i neonati! Per non parlare di altri bisogni come la necessità di contatto in special modo per i piccolini nati pretermine, per le mamme che stanno provando a riallattare dopo una partenza problematica, e tanto, tanto altro...

La lezione della Pikler, che per me a livello globale rimane preziosissima, lo è anche parlando di babywearing, un ambito che apparentemente sembrerebbe essere totalmente estraneo al pensiero della pediatra ungherese. Resta preziosa perchè mi ricorda quanto sia importante rispettare il bambino, con tutti i suoi bisogni, tra cui spicca senz'altro il muoversi liberamente, ma non solo: su tutti mi viene in mente il bisogno di lentezza... Così spesso ignorato! (da mamma, quante volte ho messo frettolosamente i miei figli in fascia, per correre dietro alle mille attività quotidiane...) 
Nelle mille azioni e gesti di tutti i giorni, da genitori ed educatori, dovremmo muoverci tenendo presente questi bisogni, osservando il nostro bambino per capire quali siano: nostro figlio ci "parla", comunica con noi in ogni momento, in una lingua che dovremmo sforzarci di ri-apprendere per interagire con lui in maniera appagante e rispettosa per ambo le parti. Come osserva Pikler: " fin dai primi giorni di vita il neonato ci comunica con precisione, tramite i gesti e l'intero suo comportamento, se è soddisfatto del cibo che riceve, ancor prima di mettersi a piangere o sputare. Ascoltiamo i suoi segnali, teniamone conto e rispondiamo in modo adeguato: così ci accorgeremo che il bambino prende, anche molto presto, l'iniziativa per dirci a suo modo che, per esempio, gli piace la temperatura dell'acqua del bagno o che si trova a suo agio mentre lo vestiamo o lo spogliamo" . 

Parlando di babywearing... Dovremmo ogni volta, prima di preparaci a portare nostro figlio, chiederci (magari anche prendendolo in braccio, "ascoltando" il suo corpo) se lui ne abbia voglia: è disponibile ad essere portato in quel momento? E mentre lo indossiamo, nella fascia o nel marsupio, ripetendo la sequenza di movimenti e di gesti che man mano il nostro bambino impara a riconoscere e a sentire familiare, cercheremo di farlo con gentilezza e rispetto, chiedendogli (a parole, o con il corpo...) il consenso, prestando attenzione ai segnali che ci indicano un disaccordo (magari ha caldo, o vuole poppare, o semplicemente vuole stare disteso sul fasciatoio o sul letto...). 

Non è così ovvio... Restare in ascolto, connessi, con un esserino così piccolo, tra mille cose e pensieri da adulto. Ma state facendo un buon lavoro, cari genitori... Ci state provando. E dalle prove, dagli sbagli, si può imparare tanto. Il nostro "mestiere" di mamme e papà non è affatto facile a volte! Ma i nostri figli, creature con un grande cuore, ci perdonano tutto. Dovremmo imparare da loro.

Buon portare e buone coccole!




lunedì 13 aprile 2020

Cinque domande sul babywearing

Tempo fa, ormai sono passati quasi tre anni, gli amici di Napoleaks, una testata giornalistica online indipendente, mi scrissero per un'intervista sul babywearing. Fu un'occasione imprevista per parlare non solo di portabebè, ma anche del cosidetto "alto contatto"... Che, a proposito, io opterei per sostituire con altre espressioni: gli inglesi parlano di "normal infant behaviour", io proporrei semplicemente di parlare di bisogni del bambino. Non solo bisogni strettamente legati alla fisiologia, "visibili", e universalmente riconosciuti e accettati come mangiare, bere, dormire, essere puliti, ma anche necessità "invisibili"

mercoledì 8 aprile 2020

Pillole di Pikler


Leggendo Emmi Pikler non si può fare a meno di avvertire (e apprezzare) un certo respiro che anima i suoi scritti, un afflato a tratti poetico, e rivoluzionario, sul rispetto delle competenze del bambino. In tutto il suo "Datemi tempo - lo sviluppo autonomo dei movimenti nei primi anni di vita del bambino" emerge il ritratto di un bambino capace, con tante abilità, una creatura che è ben oltre il fantolino passivo e incapace ritratto fino a qualche decennio fa nei manuali di puericultura. Lo sviluppo delle abilità motorie,

venerdì 2 ottobre 2015

Fascia e latte di mamma, o del camminare lieve e dolce, in compagnia.

Spesso le mamme che incontro ai corsi e in consulenza, così come girovagando nei diversi gruppi virtuali e non, mi chiedono se si possa portare in fascia e contemporaneamente allattare, e se si, come sia possibile farlo: dev’essere comodissimo e davvero molto pratico! Ma è facile? Che legature sono più indicate, e che tipo di porta bebè? 

Questa mia riflessione per la Settimana Internazionale del Portare, che come ogni anno nel nostro Paese si fonde con la Settimana Mondiale dell’Allattamento, non va al cuore della tecnica, dell’ “how to” (per questo ed altri aspetti rimando all’ottimo articolo scritto a quattro mani da Tullia della Moglie e Tiziana Catanzani), ma vuole soffermarsi su “altro”. E’ una breve riflessione che vorrei fare insieme a voi, sul tempo che scorre e sull’osservarsi, sul sentirsi, mentre la grande rivoluzione della maternità si compie,

giovedì 20 agosto 2015

Consulente alla pari in allattamento, perchè?

Era da un po' che volevo scrivere questo post, almeno dalla fine di giugno, ma tra le mamme che incontro in consulenza, i bimbi che sono in pausa scolastica e le tanto sospirate vacanze ecco che sono slittata fin qui, nel mezzo di un agosto a tratti torrido, a tratti monsonico! Condivido quindi con voi ora, seppure un po' in ritardo, la gioia per aver finalmente realizzato un progetto cui tenevo particolarmente... Un vero e proprio sogno che alla fine sono riuscita a realizzare: diventare Consulente alla Pari in Allattamento, o per dirla all'inglese "Breastfeeding Peer Counselor"!

sabato 13 giugno 2015

La fascia per l'estate

Arrivate le prime giornate di caldo, il popolo delle mamme specie sul web inizia ad entrare in agitazione: serve una fascia leggera, fresca, per l'estate! :D E riparte, come ogni anno, la ricerca della fascia perfetta, del supporto migliore per affrontare la stagione calda. E' un susseguirsi di post, discussioni e interventi più o meno accorati tesi a trovare o a consigliare la soluzione perfetta, o quella che più si avvicina... E devo dire che seguo sempre con curiosità e interesse i dibattiti nei social, anche se per questioni di tempo non intervengo più come un tempo!
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